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La bufala corre sui social?

CLIENTE

Progetto di Data Visualization

RUFA

ANNO

2017

PROJECT

La bufala, intesa come notizia falsa, senza meriti culinari, è un argomento molto caldo degli ultimi tempi. La politica ne fa uso condizionando eventi come elezioni presidenziali o referendum. Per capire meglio il fenomeno senza alimentare inutili allarmismi è utile domandarsi chi sono questi siti di bufale? E come si muovono? Lo studio in questione ha analizzato i dati web dei 10 maggiori siti di bufale italiani. I risultati sono rassicuranti, il mondo dell’informazione vera pare salvo, ma il giro d’affari delle fake news è sicuramente un fenomeno da monitorare. 

Workflow

Web Scraping

Nella prima fase di progetto, sono stati raccolti i dati dei 100 maggiori siti di fake news italiani. La lista elaborata, è stata presa dall’articolo “The Black List: la lista nera del web”

Qui il link https://www.bufale.net/the-black-list-la-lista-nera-del-web/

I siti presenti nell’articolo erano divisi per categorie:

  • False testate giornalistiche
  • Disinformazione medica e scientifica
  • Disinformazione politica
  • Disinformazione a sfondo religioso e/o razziale
  • Bufale scandalistiche
  • Aggregatori di notizie false

I siti sono stati analizzati mediante l’utilizzo di web tool che hanno estratto dati riguardanti:

  • Visite mensili
  • Traffico localizzato in Italia
  • Accessi Desktop
  • Accessi Mobile
  • Traffico desktop social

Una volta acquisiti i dati, sono stati presi in considerazione i primi 10 siti di bufale con maggiori traffico mensile.

Top 10 fake website

Per consentire una visualizzazione chiara, i dati raccolti sono stati elaborati graficamente in quattro colonne che mostrano il traffico mensile, quello social ed il rapporto tra visualizzazioni desktop e da mobile.

Per capire la natura del fenomeno “bufala” e le sue dimensioni nel contesto italiano, sono stati raccolti i dati delle maggiori testate giornalistiche italiane e successivamente messi a confronto con i dati relativi ai siti di fake news.

La permeabilità del social

Nel diagramma a bolle vengono messi a confronto i siti di bufale con le maggiori testate giornalistiche nazionali. I dati messi in relazione sono la fruizione web e il traffico social, mentre la circonferenza della bolla rappresenta la grandezza del traffico mensile. Il risultato sembra chiaro, i siti di bufale hanno un traffico web molto minore ma penetrano il social con più efficacia rispetto i loro concorrenti.

L’osservazione del fenomeno passa sopratutto dalle tipologie di contenuti che questi siti diffondono attraverso i social. Non si tratta di semplice clickbait, in molti casi i siti di bufale approfittano del proprio traffico social per proporre link a siti esterni che propongono materiale di vario tipo.

Le tipologie di “Outgoing Links” raccolti sono di tipo:

  • News and media
  • Arts and entertainment/TV
  • Shopping
  • Arts and entertainment/Music
  • Adult
  • Social network
  • People and society
  • Games
  • Computer eletronics
  • Travel
  • Finance
  • Sport
  • Gambling
  • Health
Outgoing Links

L’illustrazione mostra le tre tipologie di link più presenti e le loro pecentuali di riscontro nella top 10 dei siti di bufale italiani.

Quali sono le città più “Bufalare”?

L’ultima analisi riguarda le ricerche degli utenti su motore di ricerca Google. Lo studio fatto attraverso i dati di Google Trend rivela le città in cui l’argomento “Bufala” è più cercato nei database della grande ‘G’.